LA STORIA DELLA PAROLA “AMEN” NELL’ISLAM – (in Italiano)

ISLAM_MUSULMANO NO AMEN CORANO
Credits to Azfar Samin on Free-Minds.org

“Amen” è una parola musulmana?

La maggior parte di quelli che tra noi hanno avuto il privilegio di partecipare ad una congregazione del venerdì, comprenderebbe subito l’importanza della parola “Amen” o “Amin” nella vita di un musulmano tradizionale. Per quelli tra noi che non hanno familiarità con l’uso di tale parola, i musulmani devono dire “Amen” o “Amin” dopo aver recitato la Sura al-Fatiha e dopo aver completato le loro preghiere (Dua’). Di fatto, questa è l’unica parola pronunciata ad alta voce dai musulmani tradizionali durante una congregazione del venerdì, dopo che l’Imam ha terminato la recitazione della Sura al-Fatiha. Lo scopo di questo articolo è di tentare di scoprire il significato di questa parola e risalire alle sue origini nella storia antica.

Perché i musulmani dicono Amen?

E’ un fatto risaputo (be’, quasi) che questa parola non si trova da nessuna parte nel Corano. Allora perché i musulmani tradizionali attribuiscono una tale importanza ad una parola che non viene neppure menzionata nella scrittura definitiva? Sì, avete indovinato, questa parola si trova nell’Hadith, la seconda fonte di (dis)informazione religiosa dopo il Corano per i musulmani tradizionali. Nel Sahih-al-Bukhari Vol.6/Cap.2, tradotto in inglese dal Dr. M. Muhsin Khan, troviamo un’altra perla uscita dalla penna di Abu Huraira.

Raccontava Abu Huraira: l’Apostolo di Allah disse: “Quando l’Imam dice: ‘Ghair-il-Maghdubi ‘Alaihim Walad Dallin [cioè: non la via di quelli che ti fanno adirare, non la via di quelli che errano (1:7)], allora dovete rispondere ‘Amin’, perché se uno pronuncia ‘Amin’ nello stesso momento in cui lo fanno gli angeli, allora i suoi peccati del passato gli saranno perdonati.”

La conclusione evidente di questo Hadith è che bisogna concentrarsi sul “tempismo” piuttosto che sul contenuto. Ma sto divagando.

Perché il Profeta esigerebbe che i musulmani pronunciassero una parola alla fine della Sura più recitata, quando questa parola non viene menzionata neppure una volta nel Corano? Inoltre, che tipo di messaggio stava mandando il Profeta ai musulmani, chiedendo loro di dire “Amen” o “Amin” contemporaneamente agli angeli per avere il perdono dei propri peccati? Il Profeta non può aver proferito una simile blasfemia, perché apprendiamo dalla Sura al-A’raf al versetto 188 che persino lui, pur essendo un messaggero di Dio, non conosceva il proprio destino.

[7:188] Di’: “Non dispongo, da parte mia, né di ciò che mi giova né di ciò che mi nuoce, eccetto ciò che Dio vuole. Se conoscessi l’invisibile possederei beni in abbondanza e nessun male mi toccherebbe. Non sono altro che un nunzio e un ammonitore per le genti che credono.”

Inoltre, dal Corano apprendiamo anche che Dio ordinò a Maometto di non dire o desumere niente da sé. Il suo unico compito era di portare il Corano.

[69:43] È una rivelazione venuta dal Signore dei mondi.
[69:44] Se l’apostolo Ci avesse mendacemente attribuito qualche discorso,
[69:45] Lo avremmo certo afferrato per la mano destra,
[69:46] E quindi gli avremmo reciso l’aorta
[69:47] E nessuno di voi avrebbe potuto impedirCelo.
L’unica spiegazione sensata è che questo Hadith, come molti altri, ‘è una menzogna’ attribuita al Profeta Maometto.

Origini di ‘Amen’

Questa parola deve essere pervenuta all’Islam tradizionale da fonti cristiane o ebraiche, quasi 200-300 anni dopo la morte del Profeta, quando vennero alla luce i libri che raccoglievano gli Hadith. La Catholic Encyclopedia del 1907, nel Vol.1, riconosce il fatto che la parola “Amen” sia entrata nel cristianesimo attraverso fonti ebraiche.

“La parola Amen fa parte di un numero esiguo di parole ebraiche che sono state importate invariate nella liturgia della Chiesa… ‘Questa parola ebraica era pronunciata così spesso dalla bocca del Nostro Salvatore’, osserva il catechismo del Concilio di Trento, ‘che allo Spirito Santo piacque di farla perpetuare nella Chiesa di Dio.’”

E’ ironico che lo Spirito Santo (forma spirituale di Dio) chieda di applicare qualcosa dopo averla sentita dal Salvatore (Gesù Cristo)!

Il Concise Oxford English Dictionary definisce la parola “Amen” come un’esclamazione e anche come un sostantivo che significa ‘così sia’, pronunciato alla fine di una preghiera, un inno, ecc. La radice AMN ha questi significati nell’ebraico moderno: istruire, addestrare, vero, fidato, conferma, sicurezza, fedeltà, patto. Questa radice sembra essere un sinonimo della radice araba Alif-Mim-Nun. Se diamo un’occhiata alla voce “Alif-Mim-Nun” nel Lughat-ul-Quran (Dizionario del Corano) di G.A. Parwez, 4a Edizione 1998, abbiamo la conferma del fatto che nel Corano non ci sono citazioni esplicite della parola “Amen” o “Amin”.

Collegamenti con il Paganesimo

Un musulmano tradizionale potrebbe obiettare che anche se la parola “Amen” non viene menzionata nel Corano, il Profeta ci ha comunque chiesto di dirla nelle nostre preghiere. Inoltre, visto che nel suo significato non c’è nulla di negativo, dovrebbe essere accettabile. Tuttavia, questa supposizione può avere delle gravi ripercussioni se risaliamo all’origine di questa parola nella storia, perché scopriamo che il termine “Amen” è collegato all’adorazione di idoli pagani. Nella Columbia Encyclopedia, 6a Edizione 2001, troviamo scritto:

“Amon o Amen, divinità egizia. In origine era il dio principale di Tebe; lui, sua moglie Mut e loro figlio Khensu costituivano la triade divina di Tebe. In Egitto Amon divenne sempre più importante, fino a diventare la divinità suprema (identificato come Amon Ra; vedi Ra). Veniva identificato con il dio greco Zeus (il Giove romano). Il tempio di Amon più famoso era quello di Siwa, nel deserto libico; in seguito l’oracolo di Siwa rivaleggiò con quelli di Delfi e di Dodona. Amon è spesso rappresentato come un ariete o come un essere umano con la testa di ariete.”

La Egypt Travel and Antiquities Guide, nel suo articolo sulla parola “Amen”, descrive così il suo significato:

“Non si sa nulla delle caratteristiche attribuite ad Amen nell’Antico Regno ma, se accettiamo il significato di “nascosto” che viene solitamente dato al suo nome, dobbiamo concludere che egli fosse la personificazione del potere creativo nascosto e sconosciuto associato “all’abisso primordiale”, agli dèi nella creazione del mondo e tutto ciò che è in esso. La parola o radice ‘amen’ significa sicuramente ‘ciò che è nascosto’, ‘ciò che non si vede’, ‘ciò che non si può vedere’, e simili, e questo è dimostrato da una gran quantità di esempi che si possono trovare in testi di tutte le epoche. Negli inni ad “Amen” spesso leggiamo che egli è ‘nascosto ai suoi figli’, e ‘nascosto a dèi e uomini’, ed è stato dichiarato che queste espressioni si riferiscono soltanto al ‘nascondersi’ del sole, cioè al suo ‘tramonto’ che avviene ogni sera, e che devono essere intese in senso esclusivamente fisico, e che non si riferiscono ad altro che alla sparizione del dio Amen dalla vista degli uomini alla fine della giornata. Ora, non solo si dice che il dio stesso sia ‘nascosto’, ma lo è anche il suo nome, e si dice che la sua forma, o aspetto, sia ‘sconosciuta’; queste affermazioni dimostrano che l’aggettivo ‘nascosto’ applicato ad Amen, il grande dio, si riferisce a qualcosa di più del ‘sole che è scomparso sotto l’orizzonte’, e che indica il dio che non può essere visto con gli occhi mortali, e che è invisibile e imperscrutabile tanto agli dèi quanto agli uomini.”

Si potrebbe supporre che questo “dio nascosto” non sia altri che Satana, che ad oggi è riuscito a “sfuggire” non solo ai musulmani ma anche agli ebrei e ai cristiani!

Del fatto che l’adorazione di “Amen” e “Amen-Ra” fosse diventata popolare non solo presso gli Egizi, ma anche presso gli stranieri che a quel tempo vivevano nella regione, troviamo la conferma in questa citazione tratta dall’articolo su “Amen”:

L’adorazione di Amen-Ra si diffuse in tutto il paese, sia a nord che a sud di Tebe, e i monumenti provano che raggiunse tutti i dominii dell’Egitto in Siria, in Nubia e nelle oasi. Nell’Alto Egitto i suoi centri erano Tebe ed Eracleopoli; nel Basso Egitto erano Menfi, Sais, Xois, Metelis, Eliopoli, Babilonia, Mendes, Thmuis, Diòspolis, Butus e Akhmim; nel deserto libico erano le Oasi di Kenemet (Farafra), e la grande Oasi di Giove Ammone; in Nubia erano Wadi el Sebua, Abu Simbel, Napata e Meroe; e in Siria ve ne erano diversi, chiamati Diòspolis.”

Amen, sua moglie Mut e loro figlio Khensu rappresentavano la Triade Tebana, la sacra famiglia di Tebe. Amen era conosciuto come il “Re degli dèi” nel periodo del Nuovo Regno in Egitto (1550-1070 a.C.) quando Tebe era la capitale d’Egitto, ed è proprio in questo periodo che gli Ebrei erano in Egitto come schiavi. E’ ovvio che durante i loro 400 anni di schiavitù persero la loro fede monoteista, cadendo nel paganesimo egizio. Se gli Ebrei nel corso dei 40 anni del loro esodo hanno potuto costruire un vitello d’oro per adorarlo, non è affatto inverosimile presumere che la parola “Amen” si sia insinuata nei loro rituali religiosi – una parola che riprende il nome di un dio egizio; parola che tuttora gli Ebrei non solo non sono riusciti ad eliminare, ma che hanno anche passato ai cristiani e ai musulmani.

Per chi fosse scettico, e mettesse in dubbio il collegamento tra il dio egizio “Amen” e questa parola usata col significato che ha oggi, cito il paragrafo finale della voce “Amen” nella Catholic Encyclopedia del 1907, Vol.1, che intenzionalmente o meno conferma questa relazione:

“Infine, possiamo notare che la parola ‘Amen’ ricorre non di rado nelle prime iscrizioni cristiane, e che fu spesso introdotta in anatemi e incantesimi gnostici. Inoltre, poiché le lettere greche che formano ‘Amen’ in base al loro valore numerico danno un totale di 99 (alfa=1, mi=40, epsilon=8, ni=50), questo numero compare spesso nelle iscrizioni, soprattutto in quelle di origine egizia, e sembra che a questo simbolo sia stata attribuita una sorta di efficacia magica. Va detto che la parola ‘Amen’ viene ancora utilizzata sia nel rituale degli ebrei che in quello dei maomettani.”

Conclusioni

Si possono trarre numerose conclusioni da questo articolo. Innanzitutto, nel Corano non c’è traccia della parola “Amen” e purtroppo questo termine si è infiltrato nell’Islam attraverso gli ‘Hadith’ (detti attribuiti a Maometto). Anche se il musulmano medio riconosce apertamente che “Amen” è una parola usata anche dai cristiani e dagli ebrei nelle loro preghiere, lui o lei presupporrà implicitamente che essa sia una parola del Corano presente anche nella Bibbia e nella Torah. Si potrebbe anche obiettare che non ci sia niente di male nel dire “Amen” nelle nostre preghiere, visto il significato odierno di questa parola. Tuttavia, il lettore intelligente si chiederà: “voglio davvero continuare ad usarla”, ora che ne conosco approfonditamente le discutibili connotazioni pagane? Non possiamo trovare un altro termine per esprimere a Dio Onnipotente la nostra convinzione?

Un’altra naturale conseguenza di questo articolo è di portare a mettere in dubbio la filosofia “autoremunerante” dei musulmani tradizionali, ampiamente incoraggiata negli Hadith. Nel Corano non troviamo alcun versetto che suggerisca che possiamo redimerci semplicemente pronunciando delle parole “magiche”. E’ solo attraverso uno studio onesto del Corano che si può sperare di trovare pace e felicità in questo mondo e nell’aldilà.

Per concludere, una parola di avvertimento per coloro che percorrono la pericolosa “via di mezzo” e dicono che crediamo solo nel “Sahih” (Vero) Hadith. Dopo aver letto questo articolo, possiamo davvero fare una scrematura nel distinguere il vero e il falso Hadith? Per ognuno di noi, dunque, è d’obbligo verificare qualsiasi informazione riceviamo.

[17:36] Non seguire ciò di cui non hai conoscenza alcuna. Di tutto sarà chiesto conto (nel Giorno del Giudizio): dell’udito, della vista e del cuore.

Spero che il lettore intelligente scarterà tutte le fonti secondarie e si atterrà alla SOLA e UNICA fonte necessaria per orientarsi – Il Corano.

[6:106] Segui quello che ti è stato rivelato dal tuo Signore. Non c’è altro dio all’infuori di Lui. Allontanati dai politeisti.



Fonte: Azfar Samin on Free-Minds.org

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